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Audizioni in Prefettura, bocche cucite dei commissari romani. “Punire senza criminalizzare tutta la comunità”

Fino agli scorsi giorni tanta l’attesa per l’imminente arrivo della Commissione parlamentare antimafia. Una missione importante, comunicata formalmente dopo l’omicidio della 72enne tabaccaia Franca Marasco, ma che coincide col periodo caldo della campagna elettorale in vista delle elezioni comunali di ottobre.

Il tema della sicurezza e del potenziamento degli organici delle forze di polizia sarà di sicuro affrontato, ma, stando a fonti interne all’organo presieduto dall’onorevole meloniana Chiara Colosimo, ci sono due macro-questioni sul tavolo: da un lato gli ormai numerosi (ben sei) casi di consigli comunali sciolti per mafia in Capitanata nell’arco di soli 8 anni, dall’altro l’elevatissimo numero di interdittive antimafia adottate dagli ultimi prefetti succedutisi a Foggia.

Ieri, alla vigilia dell’incontro, bocche cucite con la stampa da parte dei componenti della Commissione parlamentare antimafia. Compreso l’onorevole foggiano di FdI Giandonato La Salandra, che, attraverso il suo ufficio stampa, ha fatto sapere a l’Attacco che “le uniche dichiarazioni saranno post-incontro e nessun commissario antimafia rilascerà dichiarazioni prima della conferenza stampa conclusiva di domani: abbiamo direttive ben precise”.

Così l’Attacco ha provato a contattare gli altri parlamentari del territorio per conoscere le loro aspettative su questa visita istituzionale e comprendere cosa pensino della legislazione antimafia, versante sul quale c’è un dibattito nazionale in corso circa la necessità di riformare un codice normativo fondato su misure preventive (ma in realtà sanzionatorie) che rispondono alla logica del sospetto, del “più probabile che non”, affidata ai prefetti piuttosto che al diritto processuale.

Per l’onorevole pentastellato Marco Pellegrini (che nella scorsa legislatura ha fatto parte della Commissione parlamentare antimafia): “Alcuni dibattono sull'istituto dell'interdittiva. Ricordo a me stesso che l’interdittiva antimafia è uno strumento preventivo e cautelare i cui obiettivi, in un quadro di bilanciamento tra l'esigenza di legalità della collettività e la libertà di iniziativa economica riconosciuta dalla nostra Costituzione, sono: prevenire i tentativi di infiltrazione e condizionamenti mafiosi nelle imprese, volti a condizionarne le scelte; garantire la libera concorrenza tra le imprese stesse; infine, assicurare il corretto e trasparente utilizzo delle risorse pubbliche. È un bilanciamento non sempre semplice da raggiungere ma questo istituto ha finora dato complessivamente buoni risultati, fermo restando che tutto è, in teoria, migliorabile”.

Per il deputato M5S, poi: “E’ fondamentale che la Commissione bicamerale antimafia continui a monitorare la provincia di Foggia, come peraltro fatto nella scorsa legislatura. Alla luce dei recenti scioglimenti di consigli comunali è evidente che il problema delle infiltrazioni e/o dei condizionamenti dei consigli sia lontano dall'essere risolto e, per questo, credo che la Commissione debba indirizzare una parte significativa del proprio lavoro in tale direzione”. All’appello de l’Attacco ha risposto anche la senatrice garganica di FdI Anna Maria Fallucchi. Che, alla vigilia della visita a Foggia dell’organo romano, ha commentato quanto segue: “La prima uscita pubblica della Commissione è un segnale di forte attenzione dello Stato verso questo territorio provinciale, penalizzato da crimine e illegalità diffusa, anche se fortunatamente abbiamo dei Monti Dauni ancora sani. Ormai – ha proseguito Fallucchi -  a livello nazionale il Foggiano è conosciuto solo per episodi criminosi, nessuno ne parla per le sue eccellenze, come per esempio per il fatto di essere il più vasto granaio d’Italia. Il contrasto ad ogni forma di criminalità, ed in particolare a quella di tipo mafioso, è dunque fondamentale per il riscatto e il rilancio di questa terra. Il fatto che la Commissione proverà ad ascoltare le emergenze di tutta la provincia per noi è un segnale importante, cui dovrà seguire un’attenzione vera e concreta da parte dello Stato, con un programma organico tra i suoi vari apparati”.

Poi il passaggio sul codice antimafia. “Non entro nei dettagli tecnici. Dico però che, logicamente, il nemico va individuato bene: bisogna discernere con precisione le responsabilità e punire severamente i veri criminali, senza criminalizzare intere comunità, cosa che incide negativamente a cascata anche sulle attività produttive del territorio, perché, attualmente, ipotetici investitori del Nord, appena sentono pronunciare Foggia, hanno paura. Quando si parla con leggerezza di scioglimenti dei consigli comunali per mafia, accusando tutto e tutti, bisognerebbe fare, invece, molta più attenzione, altrimenti si compie un danno maggiore alla città”.

Sul tema l’Attacco ha provato a contattare inoltre altri parlamentari del territorio, quali Giorgio Lovecchio (M5S) e Giandiego Gatta (Forza Italia), che non hanno risposto all’appello.

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