Il carrello è vuoto!

Via Antonio Gramsci, 73/A +39 0881 1741099 redazione@attacco.it

LATTACCO.TV

Rischio ritardi sviluppo fisico, sociale ed emotivo nei bimbi che passano molto tempo davanti agli schermi

I genitori dei “nativi digitali” devono prestare molta attenzione al fatto che più tempo i figli passano davanti a uno schermo, più rischiano ritardi nello sviluppo. Questo il risultato di uno studio giapponese che ha indagato se ci possa essere una correlazione tra lo “screen time” – tempo trascorso sullo schermo – dei bambini di 12 mesi e cinque anni aspetti del ritardo nello sviluppo a 2 e 4 anni: comunicazione; abilità motorie degli arti e del corpo; abilità motorie di mani e dita; problem solving; skill personali e sociali.

L’analisi è stata realizzata nell’ambito del Tohoku Medical Megabank Project Birth e Three-Generation Cohort Study che ha coinvolto 50 cliniche e ospedali giapponesi tra il 2013 e il 2017, ma che è stato divulgato nel 2023. Lo studio, riportato anche dall’agenzia Adkronos, ha visto un campione di 7.097 bambini (il 51,8% maschi e il 48,2% femmine) analizzato in base al tempo passato davanti a uno schermo: tv; video games o internet games (sia su mobile che tablet). Lo screen time è stato diviso in base al numero di ore di esposizione giornaliere. Ne è risultato che: 3440 bimbi (48.5%) stavano davanti a uno schermo per meno di un’ora al giorno; 2095 (29.5%) da 1 a 2 ore; 1272 (17.9%) da 2 a 4 ore; 290 (4.1%) 4 o più ore. Quindi è stato valutato lo sviluppo dei bambini, in base all’Ages&Stages Questionnaires (ASQ-3), un metodo valido a livello internazionale fino a 66 mesi. È emerso che il tempo passato davanti allo schermo è associato a un maggior rischio di ritardi nello sviluppo a 2 anni nella comunicazione, nelle abilità motorie, nel problem solving, e nelle abilità sociali; a 4 anni negli ambiti della comunicazione e del problem solving. L’effetto era più marcato se il bimbo passava più di 4 ore al giorno davanti a uno schermo. Non è stata invece rilevata una relazione significativa tra lo screen time e le abilità motorie di corpo e arti e le skill sociali e personali a 2 e 4 anni.

Approfondimento, a l’Attacco, con Sara Mascolo, psicologa e neuropsichiatra infantile, dell’ASL Foggia: “La psicologia dell'età evolutiva evidenzia alcuni aspetti fondamentali: il primo, riguarda i ritardi delle acquisizioni a livello cognitivo, linguistico e socio-emotivo. Ad esempio, in relazione al linguaggio, l'esposizione precoce allo schermo è correlata con una tardiva acquisizione dello stesso. Questo perché il bimbo non partecipa a scambi verbali, ma si limita ad osservarli passivamente senza sperimentarli. L'altro impatto negativo - ha continuato la specialista - è sullo sviluppo fisico, sociale ed emotivo. I bambini hanno bisogno di muoversi, correre, saltare, toccare cose. È attraverso queste esperienze dirette che si creano le connessioni neurali che sviluppano, a loro volta, capacità di apprendere”. Lo screen time, porta ad altre variabili, come l’aumento di calorie e l’aumento di peso: “Restare fermi davanti agli schermi, oltre i problemi menzionati, porta a consumare più cibo, oltretutto malsano – ha ripreso la dottoressa -. È allarmante il tasso di obesità infantile. Compromessa è pure la qualità del sonno, sia per l'attivazione dell'attenzione sui contenuti a cui vengono esposti, sia perché la luce blu dei dispositivi influisce sulla produzione di melatonina. Inoltre, va tenuto presente che, nei primi anni di vita, i bimbi hanno bisogno di un ‘caregiver’ (una figura che si prende cura, ndr) che funga da intermediario tra la realtà e la propria. Questa considerazione è importante perché conduce all'altro aspetto cruciale nello sviluppo, ovvero: l'acquisizione dell'autoregolazione”.

La professionista sanseverese entra nel merito e accende un campanello d’allarme su un aspetto routinario, messo in pratica non sollo tra le mura domestiche: “Di fronte al pianto di un bambino, sempre più genitori tendono ad utilizzare l'ipad per ripristinare la calma. Ma, in tal modo, il bambino non impara a risolvere il proprio disagio attraverso la rilettura dell'emozione provata che solo il genitore stesso può favorire. Al contrario, gli viene insegnato a distrarsi da ciò che sente, a scapito del mancato contatto con l'emozione. Emozione che resterà sconosciuta ed irrisolta, col grande rischio che possano nascere dipendenze e mancato sviluppo di empatia, proprio perché per riorganizzarsi emotivamente si ricorre ad un oggetto esterno”. Queste le conclusioni di Sara Mascolo: “La questione è sempre centrata sull'uso che se ne fa di questi strumenti, che non devono in nessuna maniera, sostituire le funzioni genitoriali, né devono diventare dispencer di sapere e di esperienze”. Ultima curiosità. Dallo studio è merso che i bambini con alti livelli di screen time avevano in comune madri: più giovani; al primo figlio; con un reddito familiare più basso; con un’istruzione più bassa; con depressione post partum.

  • 18

    Format

  • 12

    Produzioni

  • 7

    Streaming

    Video On Demand

      Skin ADV